Storie Robotiche [primaria 4^ A]

RECICLOBOT EROE DEL MONDO: Un robot tutto speciale

C’era una volta non tanto lontano un giovane scienziato tutto preso dal reciclo di ferro e acciaio che decise di costruire un robot perchè voleva anche lui un amico. Lo scienziato di nome Frank era da tutti considerato un vero pazzo perchè credeva di poter risolvere i problemi dell’inquinamento del mondo con le sue invenzioni e per questo era sempre preso in giro e lasciato solo da tutti. Così una mattina alzatosi presto, quando tutto fuori era ancora buio, cominciò a costruire il suo robot personale e così tra un pezzo di un vecchio televisore, un pezzo di una lavatrice, di un forno e altri pezzi di ferro e acciaio dopo ore e ore di lavoro nacque Reciclobot. Un piccolo robottino tutto particolare ma molto speciale. Un nuovo amico per Frank, che era sempre stato solo. Reciclobot aveva molte capacità: sapeva cucinare, sapeva costruire macchine volanti e super veloci ma soprattutto era molto ma molto intelligente. Una mattina Frank decise che era arrivato il momento di salvare il mondo e quindi prese il suo piccolo Robot e si mise in viaggio per città e paesi per liberarli dal ferro e dall’acciaio vecchio che la gente buttava, perchè non serviva più,ma che il suo robot riuscuiva squagliandolo a costruire nuove cose più utili a tutti.  Ma Reciclobot passando di città in città nonostante era impegnato nel suo lavoro continuava ad aiutare gli altri aggiustando e costruendo utensili, oggetti utili aiutato sempre dal suo amico scienziato Frank che era sempre più contento e soddisfatto perchè riusciva a realizzare ogni giorno il suo sogno. Un giorno mentre Reciclobot stava lavorando vide dei bambini che giocavano a pallone vicino ad un fiume, e si sentì subito tanto triste perchè da quando era stato creato il suo solo dovere era stato quello di aiutare il suo amico Frank. Non aveva mai giocato, non sapeva ancora cosa significava divertirsi e non lavorare. Così decise di avvicinarsi ai bambini per poter giocare con loro. Ma i bambini non erano molto contenti perchè lui era solo un robot, che non era capace di usare un pallone. Reciclobot invece era un robot intelligente e aveva già nella sua memoria attivato il sensore per il gioco così provò a giocare con i bambini che invece cominciarono a prenderlo in giro e lo fecero cadere nell’acqua del fiume. Frank che stava ancora lavorando vide tutto da lontano e subito corse per aiutare il suo piccolo amico perchè sapeva che non sarebbe sopravvissuto a quella caduta. Arrivato vicino a Reciclobot subito lo tirò fuori dall’acqua ma già il suo piccolo amico faceva molta fatica a muoversi perchè i suoi vecchi circuiti reciclati si erano bagnati. Frank sempre più disperato prese in braccio il suo robot e corse via decidendo di tornare nella sua città  e nella sua casa  dove aveva costruito Reciclobot per trovare il modo di salvarlo. Una volta arrivato scopri che smontando il suo amico Reciclobot lasciandolo asciugare per qualche  giorno e sostituendo alcuni cip tranne quello della memoria il suo amico torno in vita. Da quel momento Frank scopri cosa significava avere un amico e così decise di cominciare a divertirsi con il suo robottino continuando sempre  e reciclare ma non pensando solo al lavoro. Reciclobot fu un amico fidato per tutta la vita del suo amico Frank.

Matteo Covini
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

RONNY UN FANTASTICO ROBOT

A Torino, via Roma n. 2, viveva un robot di nome Ronny. La casa del robot non era molto bella: era priva di calore umano, perché non c’era un essere vivente, c’erano solo macchine. Quando si entrava c’era una porta elettronica, che appena passavi davanti ad essa si apriva da sola, la casa era piena di cose elettroniche, c’era anche la scala mobile. La camera di Ronny, si trovava in cima alla scala. All’improvviso arrivarono due bambini di nome Franchy e Melodi, che si fermarono davanti alla porta elettronica. Non avevano mai visto una porta che si apriva da sola, poi si ripresero e incuriositi mentre salivano la scala mobile fissavano tutte le macchine che c’erano. Arrivati al piano di sopra, entrarono nella stanza di Ronny e videro un robot che stava guardando la tv. I bambini molto spaventati, entrarono piano piano e Ronny se ne accorse, i bambini urlarono dalla paura, ma il robot gli disse di non spaventarsi, perché lui era un robot buono. I bambini si spaventarono perché videro il corpo del robot: un corpo tutto grigio, con tanti pulsanti intorno ad esso, degli occhi grandi e neri che ti fissavano, un naso tondo, una bocca grande e rossa e infine un’antennina blu sulla testa. Mentre Melodi indossava un vestito rosa e bianco, Franchy indossava dei jeans e una maglietta celeste. I bambini si calmarono e gli chiesero come si chiamava e il robot rispose che si chiamava Ronny. Piano piano fecero amicizia, così il robot aveva due esseri umani come amici… 

Federica PATTARO
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

Max e Angelo

C’era una volta uno scienziato di nome Max, voleva inventare qualcosa che lo aiutasse nel suo lavoro. Non aveva amici, quindi anche la presenza di una cosa di meccanico gli avrebbe fatto piacere. Costruendo, costruendo uscì fuori un robot carinissimo:aveva il viso rotondo, fatto di ferro, la schiena era di metallo e quadrata, le mani erano formate con due palline da tennis e le gambe con due pezzi di legno. Camminava quasi come un uomo, ma certe volte faceva dei movimenti strani e si inceppava il meccanismo. Allora Max pensò che le palline e le gambe di legno non erano adatte per un vero robot, quindi decise di modificarlo facendolo metallico del tutto. Dopo tre giorni finì il suo capolavoro ed era venuto fuori un robot ancora più bello e funzionale di prima. Col passare dei giorni, i due legarono molto ed il robot divenne il suo più grande amico e punto di riferimento. Un giorno Max stava sperimentando una pozione per migliorare le qualità intellettive del robot che aveva chiamato Angelo. Ma qualcosa andò storto e la pozione esplose provocando un incendio. Max afferrò la mano di Angelo, nel tentativo di uscire fuori dal laboratorio ma inavvertitamente la porta si chiuse e Angelo rimase intrappolato tra le fiamme. Max, scampato dall’incendio, si accorse di aver portato con se la sua valigetta degli attrezzi. Disperato aprì la valigetta con la speranza di trovare un sistema per salvare il povero Angelo e così fu! Gli venne in mente di costruire una tuta antincendio:la indossò e rompendo il vetro della finestra del laboratorio, riuscì ad entrare senza farsi male. Con tutte le sue forze afferrò Angelo che stava immobile in un angolo della stanza e lo trascinò fuori sano e salvo. I due si abbracciarono e dall’occhio metallico di Angelo scese una lacrima “umana”. Max capì allora che il robot era realmente diventato il suo migliora amico perché non aveva esitato neanche un istante di salvarlo. Tutto questo dimostra quanto l’amicizia sia necessaria e preziosa!

Silvia Bencivenga
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina