Storie robotiche [primaria 3^ B]

La perdita di Roxi

C’era una volta un robot che era stato abbandonato vicino ad una discarica. Un giorno il padre di una bambina di nome Camilla le chiese se voleva andare con lui a lavoro poiché era il capo della discarica e le voleva insegnare il suo mestiere. Mentre il padre lavorava, lei vide, tra gli oggetti di metallo, un robot e lo volle portare con sé. Quando arrivò a casa pulì il robot e gli chiese come si chiamava, lui rispose che si chiamava Roxi. Ogni giorno la bambina , quando ritornava da scuola , giocava e coccolava Roxi. Il padre era stufo e un giorno decise di buttare il robot. La bambina lo cercò per anni ma non lo trovò e se ne dimenticò. Camilla ormai era cresciuta e si sposò ,ebbe anche due figli. Un giorno, quando meno se lo aspettava, qualcuno suonò al campanello. Aprì la porta ma non vide nessuno, poi abbassò il capo e vide il suo migliore amico: Roxi…

Djamila, Sofia, Riccardo
3° B I.C. Don Milani- primaria- Latina-
Ins. Anna Maria Triunfo

Foto ricordo
Foto ricordo

Storie robotiche [primaria 3^ B]

Il Robot premiato

C’era una volta un robot che viveva a Robolandia. Era un tipo disordinato e distratto ma sapeva risolvere le situazioni difficili. Un giorno, mentre era al parco, all’improvviso dietro di lui comparve un bullo che, con un pugno, gli staccò una vite della gamba. Il robot comprò subito una vite nuova, così potè ricostruire la sua gamba. In seguito venne a sapere che in città quel bullo faceva scherzi poco piacevoli anche ad altri, così decise di sfidarlo ma con una prova d’intelligenza, cioè a scacchi. Riuscì a sconfiggerlo e il sindaco della città gli disse che era stato fortissimo e lo premiò con il titolo di “Cacciabulli intelligente”.

Davide, Marco, Victoria
3° B I.C. Don Milani- primaria- Latina-
Ins. Anna Maria Triunfo

Foto ricordo
Foto ricordo

Storie robotiche [primaria 3^ B]

Felix e la macchina del tempo

C’era una volta un robot di nome Felix che amava viaggiare. Un giorno gli telefonò uno scienziato suo amico per chiedergli se voleva provare la sua nuova invenzione: una macchina del tempo. Felix accettò e cominciò a viaggiare nel passato. Arrivò nell’era primaria dove vide strane tartarughe marine, incontrò i mammuth, viaggiò nell’epoca degli antichi Egizi, dei Vichinghi, degli Indiani pellerossa, dei cavalieri del medioevo. Tornato nel laboratorio, lo scienziato fu contento dell’esperimento e da allora lavorò sempre con Felix.

Costanza, Paolino, Simona
3° B I.C. Don Milani- primaria- Latina-
Ins. Anna Maria Triunfo

Storie robotica [primaria 4^D]

Gimi  e  il robot

Gigi era un bambino molto malato, ed era anche figlio unico. Abitava in un sperduto paese in mezzo alle montagne. Un giorno la sua mamma gli fece un bel regalo. Gimi lo scartò velocemente, aprì la scatola e vide che era un robots. Cosi disse a gran voce ”  Grazie mamma !  E’ il regalo più bello che abbia mai ricevuto!” Corse in camera sua e ci giocò per tutta la serata. Ad un certo punto, sfinito, guardò il robot pensando che se avesse potuto parlare si sarebbero potuti divertire da matti, cosi lo posò e si addormentò. Ad un tratto la sua stanza si illuminò, e la luce proveniva dal robot. Il bambino si avvicinò e lo prese in mano. Il robots gli disse ”  Ciao Gimi ! ”  E Gimi con la bocca spalancata gli disse: “Ma tu parli!”  “Ma certo che parlo!”  gli rispore il  robot. Gimi, sempre piu incredulo, incominciò a raccontargli tutte le sue problematiche. Il robots gli disse che non doveva piu preoccuparsi di nulla perchè lui lo avrebbe aiutato a non sentirsi piu solo. E così fece un cenno con la mano e fece apparire tanti robots che incominciarono a parlare con lui. Così  Gimi non si sentì più solo.

ANTHONY SCHIEVANO
Classe 4^D Scuola Don Milani- Latina
ins.Casella Filomena

Storie robotica [primaria 4^D]

NS5 E GLI UMANI

Nel 2067 i robot fanno amicizia con gli umani; ad un certo punto nel 2075 un robot di codice NS5 si ribellò e divenne una vera e propria minaccia per Cyberyn. Un giorno si alleò con un uomo cattivo di nome Darck. Darck non lo conosceva nessuno e disse alle guardie della centrale elettrica che era stato trasferito da un’ altra centrale perchè era un tecnico bravissimo. Le guardie lo fecero entrare nella centrale e lui,correndo, andò direttamente al generatore e staccò tutti i fili. I robot diventarono un esercito di cattvi e solo NS5 diventò buono. Egli si alleò con un agente di polizia e alla fine, dopo aver disattivato tutto l’ esercito di robot cattivi, misero Darck in prigione. L’ agente di polizia si era affezionato a NS5 e fece costruire uno scudo per non farlo diventare cattivo quando avrebbero riattaccato la corrente. Il generatore di corrente fu riattivato e tutti i robot cattivi tornarono a essere buoni. Ci fu un attimo di paura per NS5, ma lo scudo funzionò e NS5 rimase buono e amico dell’ agente
di polizia.

MARCO DOMENEGHETTI E JACOPO CAPARONE
Classe 4°D Don Milani- Latina
ins.Casella Filomena

Storie robotica [primaria 4^D]

IL PAESE DEI ROBOT

Una volta c’era un paese robotico, abitato da migliaia e migliaia di robot. Come ogni paese, anche questo aveva le sue regole e il proprio re, ma sia il paese che il re erano molto bizzarri. Il re aveva idee strampalate, per esempio un giorno pensava di distruggere il paese e rifarlo, un altro giorno emanava leggi che obbligavano a restare sempre chiusi in casa. AI Robot del paese non piacevano nè queste leggi nè il re; allora, un giorno decisero di fare tutto il contrario di cio’ che dicevano le leggi e di cio’ che pensava il re. Quindi per prima cosa decisero di decorare il paese, invece di distruggero e ricostruirlo; poi non restarono chiusi nelle case ma, al contrario fecero una festa che duro’tutta la notte e i giorni successivi. A questo punto, il re vista la disobbedienza dei suoi sudditi robot si arrabbio’ moltissimo e ordino’ alle sue guardie di catturare tutti i robot e di rinchiuderli nelle carceri per un anno intero. Un ragazzo robot che aveva fatto arrabbiare la propria mamma robot e che si trovava lontano dalla propria abitazione, tornando a casa non trovo’ piu’ nessuno e percio’ando’ a chiedere alle guardie dove fossero finiti tutti gli abitanti robot. Le guardie invece di rispondegli lo catturarono.Ormai tutto sembrava senza rimedio per i robot, ma, un antico vulcano che si trovava vicino al paese incominciò ad eruttare e ad emettere lava incandescente, che comincio’ a dirigersi verso il paese.Le guardie dissero al re che non potevano lasciare nelle carceri i robot poiche’ la lava avrebbe potuto uccidere tutti i prigionieri. Quindi il re fu costretto a liberare tutti i robot.I robot a questo punto si organizzarono e costruirono rapidamente una barriera per evitare che la lava raggiungesse il paese. La cosa funziono’ e finalmente tra il re e i suoi sudditi robot torno’ l’armonia. Il re promise di governare il paese rispettando la popolazione e apprezzando la loro ingegnosita’.

ARON NANIA
Classe 4^D
scuola primaria Don Milani- Latina
ins. Casella Filomena

Robottina “Chitti” e Robottino “Chi” [infanzia Cimarosa]

Ciao Linda,
ti invio le storie dei bambini di Loredana e Maria di Via Cimarosa. Mi fai sapere se ti sono arrivate? Un abbraccio e buona serata, Olga

ROBOTTINO “CHI”

Il Robott “CHI” parla con due cose, parla con l’altro Robot EMILIO, viveva dove ci sono tutte le cose di ferro, lui ha la testa di ferro, il corpo di ferro, le mani di ferro con due pinze e le gambe di ferro; non ha le gambe di ferro ci ha le ruote, è vestito di giallo; l’hanno tutto lavato perché era tutto sporco di terra, perché era caduto, è uscito e c’era un mucchio di terra e inciampava e era finito dentro una buca, per cercare di uscire ci servono una cosa che vola e poi ricade dentro la buca e esce trasformato di un uccello e vola vola nel cielo in cerca delle nuvole grandi che fanno piovere e piove e si attacca sull’albero e incomincia a fare freddo e l’albero dice al robot uccellino: “vai dentro” e quindi si nasconde da solo, si trasforma in un Robott perché doveva andare sul garage e doveva mettere l’occhietto nuovo perché uno era rotto da solo quando saliva nel garage e poi aveva portato il suo amichetto era bianco era un Robottino.

I ROBOTTINI “CHI E CHITTI”

Il Robottino “CHI ” aveva una casa di ferro, era il garage, perché era un Robottino di ferro, nella casa viveva Robottina che si chiamava Chitti, giocavano con tutti i suoi amici e lavoravano poi tagliavano tutte le cose tagliavano la carta perché serviva per mangiare e il ferro. Mangiavano e diventavano ciccioni, ma non possono diventare ciccioni perché sono tutti di ferro. Un giorno si prendevano per mano e vanno a fare una passeggiata al mare, che era caldo guardavano il mare si mettevano il costume e si tuffano e dicono che bel mare calmo, e poi si asciugano con l’asciugamano e vanno a casa mentre camminano incominciano a rovinarsi, perché il Robott di ferro non si può bagnare, perché si rovina, camminano e incominciano a perdere tutti i pezzi, le ruote di ferro, le braccia di ferro, il collo di ferro, incontrano un amico che si chiama Luigi, fa ritornare tutti quelli aggiustati, con le viti e con i cacciaviti era un signore che costruiva i Robott, era un umano, “Chi e Chitti” dicono grazie e lo invitano a casa e diventano amici.

Incontri in verticale, il giorno dopo

Il robot magico

In un caldo pomeriggio d’estate il robot Michele si prepara per andare al mare. Aziona le sue ali e vola vola verso il mare. Atterra sulla sabbia bollente e si scotta i piedi, si guarda attorno vede il mare, lo vede lontano lontano perche’ c’e’ troppa gente. Michele vuole subito fare un bel bagno fresco, ma ha paura che l’acqua entri nei suoi ingranaggi e lui possa fermassi sempre. Allora il magico Michele si trasforma in un uomo e puo’ finalmente fare un bagno.

firma: Roberto Cadau
Prof.Viana Nigro

[ le foto ricordo ]

Incontri in verticale

Ciao, oggi la collega Viana e’ venuta a trovarci in classe con Roberto. Quest’ultimo ha inventato una storia robotica ed ha iniziato a trascriverla al computer. Tornera’ a trovarci domani. Non vediamo l’ora!!!

Peccato, invece, non poter condividere con voi le foto dell’altro ieri (sono andate irrimediabilmente perdute); il figlio di Viana ha fatto ascoltare nel teatro del nostro istituto, alcuni pezzi suonati da lui col violino ed ha fatto comporre alcune semplici note a bambine/i della scuola dell’infanzia oltre che a quelli di una classe della secondaria di primo grado.

Speriamo di poter ripetere presto l’esperienza.

Ad una prossima occasione di incontro, Linda

Storie Robotiche [primaria 3^ B]

Oggi Alessia, Andrea e Matteo sono venuti nella sezione B di scuola dell’infanzia di Via Cilea e, con la maestra Michela, hanno scritto la loro storia robotica:

Buona lettura, Linda

I DUE ROBOTS

C’era una volta un robot di numero 095. Un giorno decise di andare a comprarsi delle nuove batterie ma lungo la strada si scaricò e cadde per terra. Un robottino lo trovò e lo portò a casa sua. Quando si svegliò non ricordò più niente, nemmeno il suo numero. Il robottino allora gli disse: – forse riesco a ricordare qualcosa. Guarda il mio numero dietro, forse riesci a ricordare. Il robottino lesse il numero e ricordò che era un suo amico. Il robottino, poi gli diede un pezzo della memoria e il robot 095 ricordò tutto. I due diventarono amici per il “metallo” e non si lasciarono mai più.

Alunni: Mamone Andrea – Mordini Matteo – Santamaria Alessia
Classe III B
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Ins:
Cozzolino Michela
Trionfo Anna Maria

[ Le foto ricordo ]

Storie robotica [primaria 4^D]

UN MONDO ROBOTICO

In una galassia chiamata (robotout) nel tempo libero i robot leggevano riviste dei pianeti. Come (terra e marte) ed andavano ai parchi. gli animali erano: “gatti-cani (normali) – (siamesi) – giraffa (gattivora) le macchine erano: “concept car (bmw) – Lamborghini-Ferrari e GTO. Un robot mentre aggiustava una macchina senti’ un rumore. Poi parti’ la musica (mather mia. mather mather mia. mather. banca revolution.) poi vide un robot con dei calzini tossici addosso. I calzini erano tossici e corrosivi, che la struttura metallica del robot si stava fondendo. Il povero robot, con i piedi fusi non riusciva a camminare e chiedeva aiuto. Allora l’altro robot penso’ di prendere l’estintore e spruzzarglielo sui piedi. ma ormai era troppo tardi.i piedi non esistevano piu’, erano distrutti. Allora il robot che faceva il meccanico, ebbe una bellissima idea e disse al povero robot senza piedi di non preoccuparsi perche’ gli avrebbe montato due ruote e sarebbe potuto andare piu’ veloce della Lamborghini.si mise all’opera e gli monto’ due ruote al posto dei piedi. E lo fece correre su una pista di formula1. Era incredibile la sua velocita’ e il povero robot malcapitato, era felicissimo perche’ lo chiamarono’ a fare molti spettacoli e divento’ famoso.

GABRIELE AMENTA
classe IV D
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina
Ins: Casella Filomena

Storie robotica [primaria 3^ B]

Olly e l’extraterrestre

C’era una volta un robot di nome Olly che abitava sulla terra. Un giorno Olly mentre era a lavoro, sentì uno scoppio! Era un’astronave e Olly andò a vedere: incontrò un extraterrestre chiamata Iva. Olly fu colpito dalla curiosità, così invitò Iva a casa sua. Il giorno seguente, Iva dovette andare nello spazio ed Olly era triste perché le si era affezionato, allora decise di partire con lei. Infine tornarono sulla terra e tra i due ci fu una grande amicizia. Iva abitò con Olly e vissero felici.

Alunni: Simone, Alessia e Michela
Classe 3° B scuola primaria
I.C. Don Milani LATINA
ins.Triunfo

Storie robotica [primaria 3^ B]

Wolli e Iva

C’era una volta un robot di nome Wolli che viveva in una casetta di ferro. Un giorno Wolli incontrò una robottina di nome Iva e fecero amicizia.Wolli invitò Iva a casa sua e insieme guardarono un film romantico. Iva e Wolli si innamorarono. Quel giorno era San Valentino, così Wolli regalò ad Iva dei cioccolatini a forma di cuore. Da quella volta anche i robot festeggiano
la festa degli innamorati.

Eugenia, Sara, Isabella
Classe 3° B
I.C. Don Milani primaria – Latina
ins.Triunfo

 

Disegni robotici

Ciao, oggi la maestra Ivana con bambine/i della sua classe, la 4^ B, sono venuti a trovarci. Abbiamo cosi’ letto la lettera che ci ha inviato il Maestro Mario Lodi e che potete trovare qui.

Poi alcune bambine sono tornate a trovarci e ci hanno fatto vedere dei loro bellissimi robots-disegni. Eccoli:

Ad una prossima occasione,

Linda + bambine/i della sezione B, infanzia di Via Cilea

storie robotica [primaria 4^D]

LA STORIA DEL ROBOT BATTICUORE

Nell’anno 3000 nella città di Futurama c’era un robot di nome Batticuore che sembrava un umano. Se lui vedeva che qualcuno era in difficoltà, correva  ad aiutarlo. Tutte le mattine si trasformava in scuolabus e accompagnava tutti i bambini a scuola e poi li andava  a prendere e intanto che aspettava, accompagnava le persone anziane o chi aveva bisogno di fare la spesa o del dottore. Un giorno Batticuore, mentre si trasformava, rimase bloccato e perciò lo portarono a riparare. Lì rimase per qualche giorno. In quei giorni nella città di Futurama  si respirava un’aria di tristezza e non usciva più nessuno. Quando  Batticuore fu riparato tutta la città  uscì a festeggiare. 

Martina Di Stefano      
classe IV D
Scuola Don Milani
via Cilea
04100 Latina

ins: Casella Filomena

storie robotica [primaria 4^D]

SOGNO O REALTA’?

Ciao, io sono Francesca e adesso vi racconto una storia!

C’era un bambino di nome DINO che amava molto giocare con i robot, a tal punto che anche lui sognava di diventare come loro per essere forte e non avere mai paura di niente.Un bel giorno, mentre giocava si nascose nell’armadio ma all’improvviso scivolò dietro l’armadio e fece un bel scivolone molto lungo e si ritrovò in un grande prato e dove si girava girava non vedeva altro che erba. DINO a quel punto cominciò a correre e a piangere fino a che inciampò e cadde per terra, aprì gli occhi e vide un minuscolo omino che gli disse: “Hei! Ragazzino, attento a dove metti i piedi, mi hai fatto molto male e adesso per dispetto ti faccio una magia”. Così dicendo, alzò le mani minuscole e aggiunse: “Caro ragazzino, da oggi in poi diventerai un robot!” DINO dalla paura cominciò a correre, ma la magia lo raggiunse e diventò un robot lì per lì diciamo che fù molto felice perchè a quel punto il suo sogno si era realizzato, poteva fare tutto quello che voleva,iniziò a volare in alto,con un solo passo poteva arrivare da un paese ad un altro,insomma finalmente era il più forte del mondo e non aveva più paura di niente. All’improvviso si rese conto che se fosse rimasto così i suoi amici non avrebbero più giocato con lui, perchè se avesse giocato anche solo a pallone con un piccolo calcio lo avrebbe rotto, non avrebbe potuto neanche fare la lotta perchè ai suoi amici gli avrebbe fatto solo del male, visto che era tutto di ferro, ma soprattutto non avrebbe più potuto abbracciare la sua mamma anche perchè non lo avrebbe più riconosciuto come il suo meraviglioso bambino DINO. La forte paura di tutti, questi brutti pensieri che lo assalivano, a un certo punto  il suo piccolo cuoricino cominciò a battere e a battere sempre più forte……. aprì gli occhi e disse meravigliato:” Ma sono nel mio letto, nella mia cameretta, nella mia casa!! Meno male, era solo un brutto sogno, sono felice di essere un bambino!!!”.

FRANCESCA  MANAUZZI
classe IV D
Scuola Don Milani
via Cilea
04100 Latina

ins: Casella Filomena

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

CIAO MAESTRA LINDA TI ABBIAMO MANDATO LA STORIA.
CI VEDIAMO A SCUOLA, FRANCESCA E BEATRICE

IL REGNO DEL PRINCIPE ROBOT

In un regno incantato viveva un principe con la sua famiglia robot. Il principe si chiamava Alex, aveva un carattere dolcissimo ed era buono con tutti e tutte le persone gli volevano bene. Era molto bello, aveva dei bellissimi occhi marrone scuro, dei capelli biondi e portava sempre un capello. Indossava come tutti i principi il suo bellissimo vestito. Viveva in un bellissimo palazzo reale: era a cinquantacinque piani, di colore argento metallico, c’erano centodieci stanze tutte argentate ed erano bellissime. Un giorno il papà del principe robot doveva incontrare un altro re del regno magico;allora quell’altro re portò con se la figlia che si chiamava Alice: lei era bionda e con dei bellissimi occhi celesti e anche lei era molto buono con tutti. Quando il principe robot la vide rimase colpito e ne fu pazzamente innamorato. Il principe andò da lei per chiederle di venire al ballo dove il principe sceglieva la sua principessa, che poi sposava, diventava la sua regina e formare una famiglia. Lei accettò l’invito e tornò nel suo regno. Quando le sorellastre lo vennero a sapere furono tanto gelose da imprigionare la loro sorellastra in un castello di 20 metri. Quando la sera il principe aspettò tutte le sue fanciulle vide arrivare il re del regno magico senza la sua adorata Alice ma due fanciulle: una brutta e grassa e l’altra magrissima e altissima che arrivava fino al soffitto; allora il principe si preoccupò e chiese al re dove fosse Alice e lui rispose che era stata rapita. Egli si precipitò di corsa sulla carrozza per andarla a cercare. Vide un castello che aveva le porte chiuse ma lui gridò dal dolore e all’improvviso le porte si aprirono. Il principe robot la vide e ando’ subito ad abbracciarla. Infine la portò al castello e la sposò e così vissero felici e contenti.

FRANCESCA e BEATRICE
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

IL ROBOT EROE

Un sabato pomeriggio alle ore  15:00 nel laboratorio di uno scienziato di nome Giuseppe prese  forma un robot telecomandato dall’ aspetto simpatico e curioso. Aveva la faccia quadrata , gli occhi a quadratino e marroni , il naso a triangolo color rosso fuoco, una  maglia  arancione, i pantaloni bianchi e le scarpe gialle. Lo scienziato aveva programmato il robot perche’ aiutasse tutte le persone: per pulire, innaffiare i fiori, cucinare, impastare, spolverare, fare compagnia ecc….. Appena programmato alcune persone chiesero aiuto a lui, e in una settimana divento’ un vero eroe e tutti  gli vollero bene e gli si affezionarono profondamente, tanto da cercare in continuazione la sua compagnia.

GIORGIA BAROLLO
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

Un robot a tutti gli effetti

Non molto tempo fa, in un vecchio laboratorio, viveva il professor Harold Tuttoinventa, un vecchietto lunatico di 75 anni laureato in robotica. Si era messo in testa di costruire un robot casalingo, cuoco, elettricista, matematico, insomma un robot a tutti gli effetti. Era da settimane che ci lavorava sopra, e stava andando piuttosto bene, aveva già finito la testa! Mentre canticchiava una buffa canzoncina era già arrivato a costruire il corpo. Per farlo aveva usato un vecchio bidone squadrato e una sua calcolatrice che trovò in un cassetto, e così in quattro e quattro otto il lavoro fu fatto. Ma ora erano le 9 e mezza di sera, e il professore era piuttosto stanco, così decise di  andare a riposarsi, avrebbe finito domani il lavoro. Appena si addormentò, udì una voce dolce e simpatica che lo chiamava per nome; con uno scatto felino il professor Tuttoinventa si alzò ma non vide nessuno, credeva di aver fatto un brutto sogno, e si riaddormentò sereno ma un pò sconvolto. Il mattino dopo il professore si alzò di buon umore, fece colazione con 5 frittelle, un uovo e un caffè e poi si rimise subito a lavoro. Aveva già finito le braccia fatte con due scatole di cartone, e ora gli mancavano solo le gambe. Cominciò ad armeggiare di qua e di là dicendo:”Questo va giù, questo più su, no! Ho invertito i sensi! Questo va su, questa va qui! “ E così via. Il professor Harold, si stava impegnando molto e sarebbe stato molto triste se il suo esperimento robotico fosse fallito. Finite gambe e piedi, fatti con scatole di latta e di tonno il professore udì di nuovo quella voce, ma questa volta vide anche la bocca del robot che si muoveva e lo salutava. Harold credeva di avere le allucinazioni e andò a rinfrescarsi un po’ con una bella doccia.  Uscito dal bagno Harold aveva bisogno di un asciugamano e vide che da dietro la porta una mano gli porgeva proprio un morbido asciugamano, rimase stupito ma non era per niente spaventato. Il mattino seguente il professore vide sul tavolo la colazione già pronta, e con il sorriso sulle labbra scese nel laboratorio e vide il robot che si muoveva. Rimase sorpreso corse ad abbracciarlo e gli disse: ”Ti chiamerò Caty il robot! Ti piace questo nome?” Caty rispose: ”Si mi piace molto, e grazie di avermi costruito”. Il professore e Caty, erano ormai uniti come fratelli, e non si lasciavano mai. Un giorno Caty disse :”Grazie Harold, tu mi hai creato robot a tutti gli effetti, ma ora sono grande ed ho 25 anni è il momento di lasciarci.” “E perché?” Chiese Harold: “Perché devo andare in cerca di avventure!” Il professore era un po’ triste di dover lasciare Caty, ma felice perché avrebbe fatto nuove amicizie. Così, con il sorriso sulle labbra la lasciò andare, e gli promise che l’avrebbe tenuta sempre nel suo cuore facendone tesoro come una moneta.   Fine.

Benedetta Fabietti
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

L’incredibile Walie

Tanto tempo fa’in una citta’ piena di super cattivi viveva WALIE un robot che lottava per la giustizia. Non lasciava mai che i cattivi trionfassero o che nessuno soffrisse. Lui era ricoperto da armi potentissime,era ricoperto da vernice rossa, aveva1 bel sorriso smagliante e aveva gli occhi color marrone nocciola. Un giorno Zeldrax mando’ uno dei suoi mutanti sottoforma di contadino. L’impostore fece finta di cadere da un’albero e rompersi un osso. Walie si rese conto del grave errore e decise di fuggire via. Lucrezia scoprì la vera edentita’ del contadino e lo ando’ a raccontare a WALIE. I due decisero di ripagare il cattivo con la sua stessa moneta. Chiese al contadino incontrarsi al parco e molta gente era nascosta, a un certo punto il robot si fece vedere e allora tutti sperono la verita’. Appena dopo aver sconfitto il cattivo WALIE venne riaccettato da tutta la citta’. Tanto tempo fa in una citta’ piena di super cattivi viveva WALIE un robot che lottava per la giustizia. Non lasciava mai che i cattivi trionfassero o che nessuno soffrisse. Lui era ricoperto da armi potentissime,era ricoperto da vernice rossa, aveva un bel sorriso smagliante e aveva gli occhi color marrone nocciola. Un giorno Zeldrax mando’ uno dei suoi mutanti sottoforma di contadino. L’impostore fece finta di cadere da un’albero e rompersi un osso. Walie si rese conto del grave errore e decise di fuggire via. Lucrezia scoprì la vera edentita’ del contadino e lo ando’ a raccontare a WALIE. I due decisero di ripagare il cattivo con la sua stessa moneta. Chiese al contadino incontrarsi al parco e molta gente era nascosta, a un certo punto il robot si fece vedere e allora tutti sperono la verita’. Appena dopo aver sconfitto il cattivo WALIE venne riaccettato da tutta la citta’. Tanto tempo fa’in una citta’ piena di super cattivi viveva WALIE un robot che lottava per la giustizia. Non lasciava mai che i cattivi trionfassero o che nessuno soffrisse.Lui era ricoperto da armi potentissime, era ricoperto da vernice rossa, aveva1 bel sorriso smagliante e aveva gli occhi color marrone nocciola.Un giorno Zeldrax mando’ uno dei suoi mutanti sottoforma di contadino. L’impostore fece finta di cadere da un’albero e rompersi un osso. Walie si rese conto del grave errore e decise di fuggire via. Lucrezia scoprì la vera edentita’ del contadino e lo ando’ a raccontare a WALIE. I due decisero di ripagare il cattivo con la sua stessa moneta. Chiese al contadino incontrarsi al parco e molta gente era nascosta, a un certo punto il robot si fece vedere e allora tutti sperono la verita’. Appena dopo aver sconfitto il cattivo WALIE venne riaccettato da tutta la citta’.

Lucreazia Cassoli
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

RECICLOBOT EROE DEL MONDO: Un robot tutto speciale

C’era una volta non tanto lontano un giovane scienziato tutto preso dal reciclo di ferro e acciaio che decise di costruire un robot perchè voleva anche lui un amico. Lo scienziato di nome Frank era da tutti considerato un vero pazzo perchè credeva di poter risolvere i problemi dell’inquinamento del mondo con le sue invenzioni e per questo era sempre preso in giro e lasciato solo da tutti. Così una mattina alzatosi presto, quando tutto fuori era ancora buio, cominciò a costruire il suo robot personale e così tra un pezzo di un vecchio televisore, un pezzo di una lavatrice, di un forno e altri pezzi di ferro e acciaio dopo ore e ore di lavoro nacque Reciclobot. Un piccolo robottino tutto particolare ma molto speciale. Un nuovo amico per Frank, che era sempre stato solo. Reciclobot aveva molte capacità: sapeva cucinare, sapeva costruire macchine volanti e super veloci ma soprattutto era molto ma molto intelligente. Una mattina Frank decise che era arrivato il momento di salvare il mondo e quindi prese il suo piccolo Robot e si mise in viaggio per città e paesi per liberarli dal ferro e dall’acciaio vecchio che la gente buttava, perchè non serviva più,ma che il suo robot riuscuiva squagliandolo a costruire nuove cose più utili a tutti.  Ma Reciclobot passando di città in città nonostante era impegnato nel suo lavoro continuava ad aiutare gli altri aggiustando e costruendo utensili, oggetti utili aiutato sempre dal suo amico scienziato Frank che era sempre più contento e soddisfatto perchè riusciva a realizzare ogni giorno il suo sogno. Un giorno mentre Reciclobot stava lavorando vide dei bambini che giocavano a pallone vicino ad un fiume, e si sentì subito tanto triste perchè da quando era stato creato il suo solo dovere era stato quello di aiutare il suo amico Frank. Non aveva mai giocato, non sapeva ancora cosa significava divertirsi e non lavorare. Così decise di avvicinarsi ai bambini per poter giocare con loro. Ma i bambini non erano molto contenti perchè lui era solo un robot, che non era capace di usare un pallone. Reciclobot invece era un robot intelligente e aveva già nella sua memoria attivato il sensore per il gioco così provò a giocare con i bambini che invece cominciarono a prenderlo in giro e lo fecero cadere nell’acqua del fiume. Frank che stava ancora lavorando vide tutto da lontano e subito corse per aiutare il suo piccolo amico perchè sapeva che non sarebbe sopravvissuto a quella caduta. Arrivato vicino a Reciclobot subito lo tirò fuori dall’acqua ma già il suo piccolo amico faceva molta fatica a muoversi perchè i suoi vecchi circuiti reciclati si erano bagnati. Frank sempre più disperato prese in braccio il suo robot e corse via decidendo di tornare nella sua città  e nella sua casa  dove aveva costruito Reciclobot per trovare il modo di salvarlo. Una volta arrivato scopri che smontando il suo amico Reciclobot lasciandolo asciugare per qualche  giorno e sostituendo alcuni cip tranne quello della memoria il suo amico torno in vita. Da quel momento Frank scopri cosa significava avere un amico e così decise di cominciare a divertirsi con il suo robottino continuando sempre  e reciclare ma non pensando solo al lavoro. Reciclobot fu un amico fidato per tutta la vita del suo amico Frank.

Matteo Covini
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

RONNY UN FANTASTICO ROBOT

A Torino, via Roma n. 2, viveva un robot di nome Ronny. La casa del robot non era molto bella: era priva di calore umano, perché non c’era un essere vivente, c’erano solo macchine. Quando si entrava c’era una porta elettronica, che appena passavi davanti ad essa si apriva da sola, la casa era piena di cose elettroniche, c’era anche la scala mobile. La camera di Ronny, si trovava in cima alla scala. All’improvviso arrivarono due bambini di nome Franchy e Melodi, che si fermarono davanti alla porta elettronica. Non avevano mai visto una porta che si apriva da sola, poi si ripresero e incuriositi mentre salivano la scala mobile fissavano tutte le macchine che c’erano. Arrivati al piano di sopra, entrarono nella stanza di Ronny e videro un robot che stava guardando la tv. I bambini molto spaventati, entrarono piano piano e Ronny se ne accorse, i bambini urlarono dalla paura, ma il robot gli disse di non spaventarsi, perché lui era un robot buono. I bambini si spaventarono perché videro il corpo del robot: un corpo tutto grigio, con tanti pulsanti intorno ad esso, degli occhi grandi e neri che ti fissavano, un naso tondo, una bocca grande e rossa e infine un’antennina blu sulla testa. Mentre Melodi indossava un vestito rosa e bianco, Franchy indossava dei jeans e una maglietta celeste. I bambini si calmarono e gli chiesero come si chiamava e il robot rispose che si chiamava Ronny. Piano piano fecero amicizia, così il robot aveva due esseri umani come amici… 

Federica PATTARO
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina

Storie Robotiche [primaria 4^ A]

Max e Angelo

C’era una volta uno scienziato di nome Max, voleva inventare qualcosa che lo aiutasse nel suo lavoro. Non aveva amici, quindi anche la presenza di una cosa di meccanico gli avrebbe fatto piacere. Costruendo, costruendo uscì fuori un robot carinissimo:aveva il viso rotondo, fatto di ferro, la schiena era di metallo e quadrata, le mani erano formate con due palline da tennis e le gambe con due pezzi di legno. Camminava quasi come un uomo, ma certe volte faceva dei movimenti strani e si inceppava il meccanismo. Allora Max pensò che le palline e le gambe di legno non erano adatte per un vero robot, quindi decise di modificarlo facendolo metallico del tutto. Dopo tre giorni finì il suo capolavoro ed era venuto fuori un robot ancora più bello e funzionale di prima. Col passare dei giorni, i due legarono molto ed il robot divenne il suo più grande amico e punto di riferimento. Un giorno Max stava sperimentando una pozione per migliorare le qualità intellettive del robot che aveva chiamato Angelo. Ma qualcosa andò storto e la pozione esplose provocando un incendio. Max afferrò la mano di Angelo, nel tentativo di uscire fuori dal laboratorio ma inavvertitamente la porta si chiuse e Angelo rimase intrappolato tra le fiamme. Max, scampato dall’incendio, si accorse di aver portato con se la sua valigetta degli attrezzi. Disperato aprì la valigetta con la speranza di trovare un sistema per salvare il povero Angelo e così fu! Gli venne in mente di costruire una tuta antincendio:la indossò e rompendo il vetro della finestra del laboratorio, riuscì ad entrare senza farsi male. Con tutte le sue forze afferrò Angelo che stava immobile in un angolo della stanza e lo trascinò fuori sano e salvo. I due si abbracciarono e dall’occhio metallico di Angelo scese una lacrima “umana”. Max capì allora che il robot era realmente diventato il suo migliora amico perché non aveva esitato neanche un istante di salvarlo. Tutto questo dimostra quanto l’amicizia sia necessaria e preziosa!

Silvia Bencivenga
classe IV A
Scuola Don Milani
Via Cilea
04100 Latina